“La nostra paura più grande non è la paura della morte, è la paura della vita.
È la paura di vivere, vivere davvero, di essere vivi e consapevoli nel qui ed ora”. Jeff Foster
Jeff Foster, maestro spirituale e noto autore inglese, nel suo illuminante testo Il risveglio spirituale nella vita quotidiana con profonda amorevolezza ci racconta in prima persona di aver accolto l'urlo disperato della propria e più autentica paura, la paura della vita, una paura talmente grande da spingerlo quasi a toccare quel punto di non ritorno chiamato morte.
Ma quel punto dove tutto finisce, è anche il luogo in cui può tutto iniziare, dove le onde del vasto oceano della coscienza tornano a danzare insieme e la vita a manifestarsi nella sua pienezza.
La storia di Jeff diviene la nostra storia, la storia dei cuori di tutti coloro che si definiscono ricercatori instancabili di quella luce che può far tornare a brillare l'esistenza nel suo accadere quotidiano.
Tra le righe del suo libro ci siamo noi, nel nostro vano tentativo di proteggerci dal dolore, dalla paura, dal fallimento smettendo di essere realmente vivi.
L'oceano accetta ogni onda
Jeff traccia la via facendoci riflettere su un aspetto fondamentale: “una cosa è sapere chi siamo veramente quando la vita è facile e tutto va per il meglio. Un'altra cosa è ricordarselo nella foga del momento, quando tutto va a rotoli, quando la vita diventa caotica e i suoi sogni finiscono in niente”.
La nascita e la morte fanno parte dello stesso straordinario miracolo di creazione, di quell'enigma cosmico che pervade ogni cosa. Donarsi alla vita equivale ad aprirsi alla morte. A quella morte interiore di chi pensiamo di essere, di tutte quelle fantasie e quelle false immagini che abbiamo costruito su noi stessi, per essere oceano che ingloba ed accoglie tutte le onde del proprio sé, in un'unica totalità di esistenza che ci rende vivi e consapevoli di ciò che realmente siamo, per aprirci a tutto quanto.
La vita include tutto, le cose buone e positive che ci rendono felici e anche le situazioni più dolorose e spinose che, spesso, rifuggiamo.
Molto spesso pensiamo erroneamente che la vera illuminazione consista nel saggiare la calma e la quiete di un oceano controllato, libero da tutte le onde di esperienza negativa che incutono timore. Ma ciò non è possibile, è un'illusione basata sui concetti dualistici di chi e cosa siamo, che altro non fanno che spezzare la realtà in due, nella convinzione tenace che se fossimo stati capaci di distruggere gli aspetti oscuri della nostra esperienza avremmo potuto goderci una vita lunga e felice.
La vera libertà, quella che guarisce, perché rende capaci di guardare in faccia la verità delle cose e di riconfigurare di una nuova significatività la nostra esperienza, non si trova scappando dalla sofferenza, dal momento presente, negando che ci sia, ma immergendosi senza paura nelle sue più nascoste profondità. Ed è proprio lì, nei recessi più intimi dell'esperienza personale, che possiamo trovare quell'amore e quella grande accoglienza che stavamo cercando fuori di noi.
Quando resistiamo alla vita, quando intraprendiamo una guerra interiore verso il modo in cui vanno le cose, quando tentiamo di controllarle e queste ci sfuggono, perché onde che si muovono perpetuamente, è allora che la sofferenza emerge dirompente come mancanza della profonda accettazione della propria totale vulnerabilità di fronte all'accadere delle situazioni e dei vani tentativi della mente di sfuggire al momento.
Ma il nostro cuore sa cosa gli serve per guarire, sa che la vera guarigione avviene quando si ricomprende e si sente fino in fondo quel dolore, per quanto paradossale ed illogico possa sembrare.
Ed ecco che la sofferenza diventa il trampolino di lancio per iniziare ad esplorare con occhi nuovi il momento presente, aprendoci un varco sulla via per tornare a casa.
Per approfondire l'argomento leggi il libro di Jeff Foster
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