Al fine di operare il discernimento delle informazioni in entrata per poter raggiungere quell’equilibrio capace di bilanciare le polarità, allineandole in un continuum armonico, è necessario partire dalla propria coscienza, facendo sì che questa si liberi e si esprimi nella sua pienezza, in quanto nucleo più intimo della vita. Questa oltre ad essere l’elemento essenziale che penetra e informa la realtà, può essere immaginata come “il pensiero silente” ove ogni essere umano, accoglie le domande e pondera le risposte, nella più piena e profonda connessione con la trascendenza che abita in noi che dona la capacità di scegliere e operare rettamente.
Il cuore diventa il luogo da cui ogni giorno ripartire nell’ascolto degli appelli che ci vengono dalla storia concreta in cui siamo immersi. Il campo elettromagnetico del cuore oltre a riallineare i processi mentali e fisiologici fiaccati, da cui dipendono circoli di pensiero stereotipati e negativi, ci permette di accedere a quella visione chiamata “intuitiva” che apre l’accesso verso una comprensione più ampia degli accadimenti della vita.
L’arte di guardarci dentro, di lasciare affiorare alla consapevolezza il flusso della coscienza che si eleva al di sopra di ogni materialità e che trascende il concetto dualistico di positivo e negativo, ci permette di vedere con nuovi occhi verso quale direzione energetica stanno tendendo le nostre scelte e in quale polarità troveranno manifestazione. L’energia scorre, ciò che cambia è il filtro percettivo utilizzato.
Capire questo fa sì che si possa mantenere un occhio a sé e al contempo all’energia del mondo, senza trattenerla o amplificarla di intensità, ma lasciandola fluire e permettendo alle cose di accadere, senza allinearci, senza identificarci con esse.
Il discernimento diviene il baluardo essenziale di questo processo di evoluzione poiché consente di mettere in relazione l’energia che la vita ci impone o che richiede, con ciò che invece della vita vogliamo fare, per essere un’ occasione per rendere migliore il mondo in cui viviamo senza chiuderci agli altri, alla vita e alle esperienze dolorose, ma essendo sempre aperti al dialogo, al confronto e all’accoglienza. Il discernimento ci aiuta a non sottovalutare l’importanza dei nostri bisogni, ma a vederli e a portarci in tale direzione per esprimerli appieno senza limitarci ad un’obbedienza rassegnata alle situazioni o alle pressioni spersonalizzanti. Il discernimento ci permette di fare chiarezza su ciò che si agita nella nostra anima, per evitare che emozioni negative dovute alle situazioni contingenti blocchino il flusso di apertura alla speranza e al dono della vita divina che abita in noi, favorendo l’accordo e l’amplificazione di informazioni esterne che in sé contengono la sola polarità negativa dominante.
Il discernimento è un’arte, l’arte di essere responabili. Abili nel rispondere e nel riconoscere che siamo noi, e soltanto noi, gli artefici che creano e che, non di rado, danno il permesso a una moltitudine di energie esterne di gestire la vita al posto nostro.
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