Qualsiasi manifestazione di malessere, fisico o psichico, non può prescindere dall’analisi della dimensione di vita contestuale dell’individuo. Diceva A. Damasio, noto neuroscienziato portoghese, che “l’anima respira attraverso il corpo, e la sofferenza, che muova dalla pelle o da un’immagine mentale, avviene sempre nella carne.”
Questo ci dà il senso di come il corpo non può più essere considerato un semplice meccanismo governato da rapporti di tipo esclusivamente deterministico, ma sia un fenomeno assai complesso che va compreso a partire dal “sentire” della persona. Queste tematiche sono affrontate anche da nuove branche della medicina come la PNEI (ovvero la psico-neuro-endocrino-immunologia) e l’epigenetica. Sentire vuol dire fare esperienza, di un vissuto che si esprime attraverso il percepito somatico e dell’emozione che emerge in virtù della relazione con il mondo. Esso si radica non nelle parole, ma nella memoria emozionale del corpo stesso, che ne conserva le tracce. Pertanto, un’emozione, seppur inconscia o impercettibile, può anche non essere avvertita nei termini di variazione di stati fisiologici, ma è comunque sottesa da un cambiamento del processo neurale. L’esperienza e l’espressione delle emozioni provocano un’attività diffusa che va dalla corteccia cerebrale al sistema nervoso autonomo, modificandone l’assetto.
Il corpo parla di noi
Ognuno di noi è emotivamente situato in ogni attimo della nostra esistenza, e ontologicamente non è possibile che il nostro cuore non provi emozioni, poiché significherebbe vivere senza il principio dinamico che sottende la vita stessa. Diverso è il caso invece in cui le emozioni non vengano percepite a livello razionale poiché troppo intense o conflittuali. Ed è allora che essendo avvertite come inaccettabili dal punto di vista psichico, poiché generano paura, vengono evitate attraverso la somatizzazione ed altre difese. Ed è proprio l’evitamento che dà luogo al sintomo somatico, che diviene voce narrante di una storia di dolore che solca le tracce dell’anima dove troviamo quasi sempre energie di emozioni negative, che ritenute intollerabili dalla coscienza pian piano si annidano nel corpo (BLOCCHI BIO-PSICO-QUANTICI, come sono solita definirli nel mio modus operandi psicoterapeutico), unico spazio che riesce ad accoglierle. Quando le sensazioni vengono vissute a livello conscio, di norma esse non vengono in quel momento somatizzate.
Oggi la ricerca scientifica ha permesso di individuare i principali pattern di scarico emozionale (H. Davanloo, A. Abbass) che sono alla base di molti malesseri fisici che non trovano spiegazione medica come ipertensione, asma, emicrania, dolore al petto, fibromialgia, parestesia ecc, e di cui la ISTDP( Intensive Short Term Dynamic Psychotherapy) una delle più valide terapie di guarigione, diviene baluardo che permette all’energia di emozioni negative, spesso intrappolate in nuclei patogeni, di essere mobilizzate, generando una riduzione di numerosi sintomi psico-organici così da liberare il corpo permettendo alle nostre emozioni di fluire liberamente. Ed è proprio l’ascolto consapevole del dialogo tra cuore e cervello a determinare la nostra salute, la risposta dell’organismo, la condizione del sistema immunitario, la longevità.
Non cogliere il nesso che esiste tra mondo interiore ed universo corporeo diventa un fattore altissimo di rischio per l’insorgenza di patologie a tutti i livelli, perché dallo scompenso energetico il passaggio verso la lesione organica diventa conseguenza rapida ed inevitabile.
Questo è il punto di inizio per guardare con nuovi occhi molti disturbi, fino all’insorgenza di una malattia che spesso piomba nella nostra vita come un fulmine a ciel sereno.
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